Ritratto di Vlad III Tepes

Ricercatori dell’Università di Catania si sono avvalsi di moderne tecniche di indagine per far luce sulle condizioni di salute del principe Vlad III, detto l’Impalatore

In una scena del film “Dracula”, diretto da Francis Ford Coppola, si vede l’anziano conte - un magistrale Gary Oldman - prendere delle lettere dalle mani del suo giovane ospite/prigioniero Keanu Reeves poco prima di lasciarlo tra le lusinghe di tre donne vampiro e fuggire verso Londra. A quei tempi la corrispondenza era il metodo più usato per comunicare con persone molto distanti e, a differenza degli odierni social network, la carta implicava un contatto fisico con le mani di chi scriveva. Perciò le innumerevoli lettere che sono state tramandate ai contemporanei non contengono solo informazioni scritte ed evidenti ma anche tracce ‘segrete e invisibili’, in grado di rivelare molto di coloro che hanno scritto il contenuto e toccato la carta. Lo confermano le indagini di un team internazionale di ricercatori sotto la supervisione di Vincenzo Cunsolo, del dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Catania, che ha aggiunto nuovi particolari alla biografia del principe Vlad III di Valacchia, che ha ispirato la leggenda del conte Dracula.

Secondo quanto emerge da un articolo pubblicato sulla rivista Analytical Chemistry, il mefistofelico principe rumeno era afflitto da una patologia respiratoria, che gli provocava ricorrenti infezioni polmonari, e da una condizione oculare, nota come emolacria, in ragione della quale piangeva sangue. Le lacrime di sangue si sono impresse sulla carta sulla quale Vlad III stava scrivendo ai governanti della città di Sibiu e, in particolare, a Lord Thomas Altemberger. Perciò, a distanza di molti secoli, quella carta non reca solo le informazioni scritte di proprio pugno da Vlad III ma anche quelle lasciate involontariamente sui fogli sotto forma di residui organici, che gli scienziati dell’Università di Catania hanno analizzato tramite tecnologie di ultima generazione e sofisticati software.

Infatti, negli anni i progressi nel campo della caratterizzazione delle proteine sono stati guidati da una fine messa a punto delle tecniche di spettrometria di massa (MS) e dall’implementazione di database bioinformatici nei quali sono archiviate le informazioni relative a milioni di proteine, di origine umana, animale e vegetale. I moderni spettrometri di massa sono in grado di rilevare e caratterizzare un gran numero di proteine con una sensibilità analitica estremamente elevata, anche quando queste siano presenti in miscele complesse o siano disponibili in quantità limitate di campione. Proprio come nel caso delle tracce organiche presenti sulla carta di un’antica lettera, dalla quale è possibile ricavare pochi microgrammi di materiale grezzo per le analisi.

Ma come si estraggono fisicamente le tracce dalla carta? Il team di ricerca guidato da Maria Gaetana Giovanna Pittalà, collega del professor Cunsolo al dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università catenese, nonché prima autrice del lavoro, si è avvalso di una speciale pellicola di etilene-vinil acetato, facilmente applicabile su vari tipi di superficie: senza danneggiare i preziosi manoscritti, questa pellicola riesce a estrarre le proteine e i piccoli peptidi depositatisi sulla carta. Successivamente analizzate tramite spettrometria di massa, tali tracce organiche sono state classificate restituendo informazioni preziose tanto sull’autore quanto sulle condizioni di vita del suo tempo.

Infatti, a partire da tre lettere scritte da Vlad III, una del 1457 e due del 1475, sono stati caratterizzati centinaia di antichi peptidi, di origine umana o di specie appartenenti a batteri, virus, funghi, insetti e piante. Come fanno notare gli autori, la regione della Valacchia da cui proviene il principe Vlad III era un crogiolo di persone con vari ruoli: soldati, viandanti e molti altri che, oltre alle loro merci e alle loro tradizioni, diffondevano anche patogeni o vettori di malattie. Dalle tracce ottenute dalle lettere sono stati isolati e identificati peptidi compatibili con alcune infezioni intestinali o del tratto urinario. E sono stati individuati anche peptidi specifici della Yersinia pestis, il batterio responsabile della peste, protagonista di alcune delle epidemie che hanno dimezzato la popolazione europea a cavallo tra il tredicesimo e il quindicesimo secolo.

Sebbene questo genere di studi riporti alla mente quelli di paleopatografia, a partire dai quali sono state formulate ipotesi diagnostiche in relazione a personaggi come la Venere del Botticelli, la procedura è diversa, dal momento che le deduzioni sullo stato di salute di Vlad III non si basano sulle tracce storiche contenute nelle lettere bensì in quelle organiche impresse su di esse. Il risultato è comunque affine e ci permette di aprire una piccola e originale finestra su alcuni lati personali di celebri personaggi del passato.

Per quello che riguarda il principe Vlad III, le conclusioni dello studio indicano che il suo stato di salute era ben diverso da quello del vampiro che la leggenda popolare ci ha tramandato - e che comunque non rispecchia del tutto il personaggio storico originale. È difficile immaginarlo vecchio e caduco mentre piange sangue sulla sua corrispondenza piuttosto che adottare l’immagine del vigoroso vampiro succhia sangue, ma questo è il ruolo della scienza: aiutarci a scorgere la realtà oltre la leggenda.

Immagine dell'articolo: ritratto di Vlad III Tepes (Attribuzione: Unidentified painter, Public domain, via Wikimedia Commons)

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